Quella sera la stanchezza che percepivo era molto più forte del solito, in quanto ero giunto a fine settimana con estrema fatica, poiché i miei capi avevano deciso di farmi svolgere molte più mansioni di quanto ero solite fare.
L’unico mio pensiero era quello di tornare a casa, farmi una bella doccia calda, gustare la cena preparata da mia moglie e poi tuffarmi nel letto, godendomi finalmente il meritato riposo.
Presi la macchina e cominciai a guidare verso casa, lasciandomi cullare dalla pioggia che pian piano si infrangeva sul vetro dell’automobile.
Rimasi talmente incantato da quel ritmo così naturale rilasciato dalla pioggia, che percorsi i chilometri in totale sovrappensiero, senza rendermene conto.
Non so come, arrivai a casa mezz’ora prima del solito, ma non appena parcheggiai mi accorsi subito che c’era qualcosa che non andava.
Dalle finestre di casa potevo notare che tutte le luci erano spente e questo era sicuramente molto strano, in quanto mia moglie avrebbe dovuto essere a casa già da un pezzo.
Allo stesso tempo il cancello del vialetto di casa non era stato chiuso, cosa che invece mia moglie verificava con estrema cura in quanto spaventata dall’idea di essere aggredita da ladri e vandali del quartiere.
Subito nella mia mente iniziarono a palesarsi mille paure ma, nonostante questo, cercai di mantenere la mente lucida e col passo felpato cominciai a percorrere il cortile di casa, arrivando a toccare la maniglia della porta d’ingresso.
Anche questa era stata accostata e aprendola rimasi sbigottito da ciò che i miei occhi videro.
Sul tappeto di casa mia, proprio quello che stava dinanzi alle scale che conducevano ai piani superiori della mia abitazione, erano presenti diversi indumenti, fra i quali riconoscevo pantaloni maschili, magliette bianche molto semplici e alcuni indumenti femminili che, chiaramente, appartenevano a mia moglie.
Anche se il buio era davvero molto intenso e l’unica luce che avevo a disposizione era quella della torcia del mio cellulare, riconobbi subito il reggiseno che anni fa avevo regalato alla mia consorte e anche il paio di mutandine che era solita abbinarci.
Sicuramente non poteva trattarsi di una rapina, poiché quegli abiti erano l’unica cosa ad essere fuori posto, mentre tutto il resto, da quello che potevo vedere, non era stato toccato.
Uno strano luccichio però catturò la mia attenzione e fu proprio in quel momento che il mio cuore mancò di qualche battito: per terra, fra tutti gli abiti ammucchiati, era visibile un cartellino identificativo che conoscevo bene ma che, nonostante tutto, non poteva essere il mio, poiché l’avevo lasciato nell’armadietto al lavoro.
La torcia del cellulare mi permise di verificare quanto scritto sulla superficie del cartellino, ed è proprio in quel momento che scoprì che sopra lo stesso erano riportati i dati di uno dei miei colleghi: Piero.
Non sapevo cosa fare.
Non avevo la minima idea di come reagire: mi sarebbe convenuto far finta di nulla, oppure lanciarmi nella camera da letto e sorprendere i due amanti in flagrante?
Decisi di mantenere la calma e, cercando di fare il meno rumore possibile, cominciai a salire le scale, indirizzandomi verso quella che era la mia camera da letto.
Anche qui era tutto spento, tranne che per una piccola lucetta fioca che proveniva dalla camera che per anni era stata il nostro rifugio d’amore.
Mi avvicinai alla porta: per poco il telefono non mi cadde dalle mani.
Mia moglie era lì e c’era proprio Piero al suo fianco.
Ma non erano soli: con loro c’era anche Marco, uno dei colleghi con i quali avevo avuto più volte l’occasione di uscire e con cui avevamo condiviso molto spesso delle serate in famiglia.
Tutti e tre erano completamente nudi e si erano adagiati comodamente su quello che era il mio letto, quasi a godere del fatto che tutto stesse avvenendo a mia completa insaputa.
Vedere quei corpi nudi mi fece uno strano effetto, non tanto per le forme di mia moglie che conoscevo a memoria e che, nonostante il passare degli anni, continuavo a desiderare come il primo giorno, ma per il semplice fatto che in quel momento erano altre le mani che potevano toccarla e che le avrebbero concesso quel piacere che, solamente io, le avevo regalato per moltissimo tempo.
Nonostante la situazione scomoda, uno strano senso di eccitazione cominciò a impadronirsi del mio corpo, tanto che decisi di gustarmi la scena e cercare di trarre piacere da questa situazione che, in altri momenti, avrebbe potuto semplicemente sconvolgere la mia mente.
Mia moglie Elisabetta era ricoperta dalle mani dei due uomini che, avidi e bramosi di piacere, non facevano che carpirne le forme e stringerle con tutte le loro forze.
Lei si baciava con loro con passione e lasciandosi trasportare da un fiume di emozioni che, probabilmente, io non ero più in grado di offrirle, ma che godevo nel vedere stampate sul suo viso apparentemente così innocente.
Piero decise di prendere mia moglie e cominciare a baciarle il collo e il seno, strizzandole con forza i capezzoli.
Marco invece si stava dedicando con estrema attenzione alla sua fila che, per l’occasione, era completamente depilata e talmente bagnata da risultare aperta come un fiore sopraffatto dalla rugiada del mattino.
Marco cominciò a infilare più dita nella passera di mia moglie senza rispetto e senza pudore, col solo scopo di aprirla e penetrarla con tutta la sua mascolinità.
Ad un certo punto aveva persino iniziato a schiaffeggiarle le chiappe, che per le forti percosse subite erano diventate molto rosse.
Dopo pochi minuti i due uomini decisero di alzarsi in piedi, mentre mia moglie, come una serva prodiga e fedele si legava i capelli e si abbassava all’altezza dei loro cazzi turgidi ed eretti, che non vedevano l’ora di scoparle la bocca e penetrarla con vigore fino in gola.
Mia moglie iniziò a spompinare Piero con estremo vigore, tanto da ingoiare tutto il suo cazzo e stantuffare con la bocca anche i coglioni, mentre lui le teneva la testa e non le permetteva di allontanarsi dal suo organo desideroso di sborrare.
Venne poi la volta di Marco che fece lo stesso, penetrando così a fondo la bocca di mia moglie che più volte dovette fermarsi per evitare di soffocare.
Andarono avanti così per circa un quarto d’ora, scopando a turno la bocca di mia moglie e beneficiando delle sue mani che che segava il cazzo che non riusciva a succhiare.
Fu proprio in quel momento che decisi che dovevo godere anch’io di questa situazione e quindi decisi di tirare fuori il mio membro e iniziai a segarmi, pensando a quello che quei due energumeni stavano facendo a quella troia di mia moglie.
Piero prese mia moglie e la baciò e poi si posizionò sul letto impalandola letteralmente sul suo cazzo in un unico colpo, senza aspettare che lei si lubrificasse e senza chiederle cosa desiderasse fare in quel momento.
Mia moglie iniziò a saltellare su quelle cazzo più volte, mentre continuava a spompinare Marco, che pretendeva di approfittare della bocca Elisabetta senza darle tregua, ma solamente pensando al suo piacere e alle gioie che la lingua di mia moglie stava regalando alla sua cappella turgida e violacea.
Elisabetta venne poi messa carponi e fu la volta di Marco che decise di penetrarla con severi colpi degni di uno stallone, mentre Piero si stava concentrando sulle sue tette, sulle quali sbatteva energicamente il cazzo duro e bagnato.
Il gran finale avvenne quando i due decisero di penetrarla simultaneamente, Piero nel culo e Marco nella fila.
I due iniziarono a scoparla selvaggiamente, aprendole tutti i buchi e sfondandola in una maniera indecente.
Dopo una decina di minuti, durante i quali mia moglie venne scopata senza pietà dai due uomini, essa venne liberata dalla morsa dei due cazzi e buttata a terra, dove fu inondata sul viso e nella bocca da quintalate di sborra calda.
Fu proprio in quel momento che anche io raggiunsi l’apice del piacere.
Per mostrare lo sfregio col quale avevo assistito alla scena decisi di sborrare sulla porta della camera da letto, provando un orgasmo così intenso da non avere le parole giuste per descriverlo.
Mi ricomposi e me ne andai, facendo finta di nulla, ma da allora sono davvero tante le volte in cui richiedo qualche permesso speciale per tornare a casa prima, in modo da scoprire cosa fa quella zoccola di mia moglie nei meandri della nostra stanza da letto.
Mia moglie fa sesso a tre con i miei colleghi di lavoro
SCRIVIMI IN PRIVATO
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.